Vincenzo Noto

 

 

CONCILIO: CINQUANTA ANNI

 

 

Cinquanta anni, fa esattamente il 25 dicembre, veniva pubblicata la costituzione apostolica  con la quale Giovanni XXIII indiceva il Concilio Ecumenico Vaticano secondo. L’anno successivo iniziava la grande assise che ha visto tutta la chiesa cattolica interrogarsi sulla sua identità e la sua capacità di testimoniare la fede in Cristo. Una chiesa che si apriva ai grandi problemi della modernità, che si metteva in ascolto dei processi culturali che stavano trasformando il vivere comunitario, una chiesa che usciva dalla sacrestie e viveva con gli uomini là dove loro vivevano.

Cinquanta anni dopo che cosa è rimasto di quel grande appuntamento ecclesiale? Chi ha vissuto il clima di quegli anni in pieno cantiere di trasformazioni  probabilmente è rimasto un poco disorientato dal susseguirsi frenetico dei cambiamenti e dei documenti postconciliari che obbligavano ad un ritmo particolarmente faticoso soprattutto per chi faceva resistenza ad ogni possibile cambiamento e vedeva messa in pericolo l’unità della chiesa. Certo, ci sono stati teologi o pastori che non hanno aiutato molto la gente frastornata dalla continue notizie di cambiamento soprattutto sul piano liturgico compresa l’introduzione delle lingue nazionali nella celebrazione della messa e dei sacramenti.

La guida del Papa Paolo Sesto, giudicato qualche volta troppo debole di fronte a chi creava non pochi problemi all’interno delle singole comunità, ha consentito una assimilazione delle vere novità conciliari da parte di tutte le chiese locali che non camminavano allo stesso ritmo. Un elemento che ha fatto soffrire non poco è stato il grande numero di sacerdoti che hanno lasciato il servizio pastorale inseguendo messaggi che nei documenti conciliari non avevano nessun concreto riferimento. Si pensi al problema del celibato.

Soltanto per dare un’idea della straordinaria vitalità conciliare dobbiamo ricordare i documenti che dal 1965, anno in cui si è concluso il Concilio l’otto dicembre in piazza san Pietro, hanno costituito materia di grandi dibattiti: Sacrosanctum Concilium (Liturgia), Inter mirifica (mezzi di comunicazione sociale), Lumen Gentium ( Chiesa), Unitatis redintegratio (Ecumenismo), Christus Dominus (vescovi), Perfectae caritatis (vita religiosa), Optatam Totius (formazione sacerdotale), Gravissimum educationis (educazione cristiana), Nostra aetate (Religioni non cristiane), Dei Verbum (rivelazione), Apostolicam Actuositatem (apostolato dei laici), Dignitatis humanae (Libertà religiosa), Ad gentes (Missioni), Presbyterorum ordinis (Sacerdoti), Gaudium et Spes (Chiesa e mondo). Documenti ancora oggi familiari all’interno del mondo cattolico.

Vorremmo su questa significativa ricorrenza per la vita della Chiesa stimolare un dibattito in grado di cogliere anche i limiti di una attuazione che viene spesso fatta rilevare da chi ritiene che il Concilio ancora deve essere tradotto nella realtà. Mentre c’è chi da tempo invoca un nuovo Concilio, anche se i vescovi e le chiese locali di tutti i Continenti hanno trovato nuove forme di aggregazione per scelte pastorali sempre sotto la conduzione di Roma.

 

Vincenzo Noto

 

 

 

 

progetto: SoMigrafica 2009