Vincenzo Noto

 

 

LA NOSTRA AUTONOMIA

Con un gesto di natura simbolica, non può essere che tale, il presidente Lombardo ha nominato consulente economico della Regione il novantacinquenne ingegner Domenico La Cavera. La notizia, al di là della curiosità, non significherebbe nulla se il destinatario di questa carica non fosse anche uno degli uomini più discussi della storia della nostra Autonomia. Discussi non certamente nel senso a cui la stampa scandalistica ci ha abituati,niente mafia e niente di tutto quel che oggi fa notizia. Discussi perchè la sua è stata una vicenda personale che ha avuto risvolti notevoli sullo sviluppo successivo della storia autonomistica. Il nome di La Cavera non può essere infatti, se non arbitrariamente, separato da quella devastante esperienza che ricordiamo come milazzismo. Devastante vicenda perchè ebbe come ricadute la fine di una certa concezione dell'Autonomia regionale siciliana, la fine dell'autonomismo sturziano della "regione nella nazione", e la sua sostituzione con una prassi ordinaria, fatta di compromessi meschini, di saccheggio di risorse, di mediazioni volgari tutte protese alla conservazione del potere e all'arricchimento.

Il Milazzismo arrestò l'unico grande progetto di modernizzazione che la Sicilia dell'Autonomia poteva praticare per sostituirlo con l'assistenzialismo, il protezionismo e il piccolo cabotaggio. Portavoce di queste storia fu La Cavera, presidente degli industriali siciliani di allora, il quale si fece portavoce dei soliti modesti interessi siciliani, anche il suo, contrapponendosi alle scelte di novità. Per averne un'idea, basta rileggere la bella lettera che don Luigi Sturzo trasmise in risposta alla missiva con cui La Cavera lamentava la sua esclusione dalla direzione della SOFIS, la finanziaria che avrebbe dovutoguidare lo sviluppo siciliano. In quella lettera, con lucidità sorprendente, Sturzo svela e mire del suo interlocutore, gli rappresenta le debolezze, in poche battute gli fa sapere di essere a conoscenza di trovarsi di fronte ad un imprenditore nemmeno all'altezza di gestire la propria impresa.

Da allora La Cavera, e nonostante talune operazioni che ebbe a sponsorizzare, è divenuto con il beneplacito di certa sinistra, l'icona di un sicilianismo capace di invertire il processo di degrado dell'isola, un sicilianismo che, addirittura, sarebbe stato in grado di far fare all'isola il salto di qualità.

Nonostante i salotti bene, molti radical chic palermitani, quelli che comandano in Sicilia, l'abbiano come riferimento, il personaggio, con tutto il rispetto dell'età, non è poi così positivo.

Di queste storie forse il presidente Lombardo non ne è a conoscenza, ma non è colpa sua, quasi mai potere e cultura si incrociano.

 

Pasquale Hamel

 

 

progetto: SoMigrafica 2009