Vincenzo Noto |
LA SCELTA DEL PD E IL FUTURO DELL’ARS. E LA CHIESA?
Il partito democratico nella assemblea dei dirigenti di domenica scorsa ha fatto una scelta chiara: nessun sostegno al governo Lombardo e alleanza con i partiti di sinistra e con Italia dei valori. Il segretario Lupo, alla fine, ha trovato un compromesso con quanti avevano raccolto le firme per un referendum tra gli iscritti contro la collaborazione “tecnica” con il presidente della regione. Probabilmente nelle decisioni del Pd ha influito anche l’ultimo risultato elettorale che ha visto questo partito, dopo diversi anni, ottenere maggiori consensi. Ovviamente il presidente Lombardo non si rassegna a questa decisione e, come ha sempre fatto per il passato, si impegnerà a fondo per aggregare nuovi consensi intorno al suo governo. E con buona probabilità ci riuscirà perché per molti deputati andare a votare significa non ritornare più a palazzo dei Normanni e allora… L’instabilità politica resta la più concreta prospettiva per la nostra isola nei prossimi mesi, che aggiunta a quella nazionale determinata dai vari Scilipoti, finirà con rendere ancora più pesante e dolorosa una crisi soprattutto economica. Ci attendono mesi di chiacchiere e di scontri per il potere presentati come conflitti tra strategie politiche. Ma tutti sanno che la lotta è, come si dice in italiano dalle nostre parti, “pa cutra”, per conquistare spazi di potere che ti possano consentire di soddisfare determinate clientele che solo così potrebbero ritornare a darti il loro consenso. E la cosa peggiore è che tutte le manovre e le scelte verranno fatte nel segreto di stanze e corridoi che i comuni cittadini sconoscono del tutto, mentre si vorrà far credere alla gente che ci si confronta su strategie politiche. All’Ars la politica da parecchi anni è stata cacciata via e nelle attuali condizioni nessuno sembra in grado di fargliela rientrare dall’ingresso principale. La prospettiva più concreta in questo momento è che Lombardo riuscirà a formare un nuovo governo, troverà una maggioranza non politica ma antielettorale e la Sicilia continuerà a perdere posti di lavoro (anche per le scelte del governo Belusconi), i giovani disoccupati accresceranno le fila dei nullafacenti, la rassegnazione sarà il collante di quanti dovrebbero svolgere un ruolo di guida tra i cittadini sfiduciati. E, purtroppo, anche la Chiesa non parlerà a difesa dei più poveri e darà l’impressione di stare dalla parte di chi comanda.
Vincenzo Noto
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progetto: SoMigrafica 2009