Vincenzo Noto

 

 

UN POSTO ALL’ARS CON DELITTO?

 

 

Che per conquistare uno scranno di Sala d’Ercole come deputato di quella Assemblea tanto vituperata dai siciliani i candidati dei partiti siano disposti a grandi sacrifici, rinunce, costose campagne elettorali, tradimenti e alleanze insospettabili è un fatto  scontato a prova di bomba.

Ma che per entrare in quella Assemblea, quasi sempre vuota, perché ai lavori d’aula in troppi si presentano soltanto al momento del voto (e non sempre!), qualcuno sia disposto anche a fare uccidere un collega di partito e pagare fino a 100 milioni ( siamo nel 2001) una eventuale mano assassina la cosa non può non suscitare sdegno, rabbia, delusione e desiderio che sia fatta giustizia su quanto emerge dalle dichiarazioni di un pentito.

Abbiamo scritto sempre che le parole dei pentiti non sono oro colato perché, troppo spesso, molte dichiarazioni fanno parte di strategie più grandi dei protagonisti manovrati da pupari molto furbi per prendere un posto in prima fila. Ed anche in questa occasione bisognerà aspettare le verifiche degli organi inquirenti per dire se le parole di questo pentito agrigentino hanno trovato riscontro in fatti oggettivi. Ma nell’attesa, che potrebbe essere anche abbastanza lunga, abbiamo il diritto di indignarci perché è inconcepibile che si faccia ricorso al delitto per assicurarsi un posto a Sala d’Ercole.

E il cittadino di intelligenza media si pone una domanda molto angosciante. Se si è disposti a fare sacrifici economici molto grossi e immoralmente commissionare anche un delitto, che cosa ci si aspetta dal sedere all’Ars? Quanto potere reale si acquista, quanti affari si possono realizzare nei corridoi di palazzo dei Normanni o nelle sedi dell’assessorato anche più modesto?

Chi può togliere dalla mente del cittadino elettore che tutta la guerra tra candidati ha soltanto l’obiettivo di acquisire una posizione di potere  da dove realizzare affari per se, la propria famiglia anche politica, gli amici degli amici? E ci si continua a meravigliare che i cittadini non ne vogliono più sapere di politica, di elezioni e, sempre più numerosi, non vanno più a votare?

 

Vincenzo Noto

 

 

 

 

progetto: SoMigrafica 2009