Vincenzo Noto

 

 

LA CHIESA AGGREDITA DALLA STAMPA. PERCHE’?

 

Il Cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, intervenendo ai lavori della plenaria degli episcopati europei a Parigi ha denunciato le letture parziali e scorrette che vengono fatte da gran parte dei giornali italiani dell’insegnamento di Benedetto XVI  mossi da un anticlericalismo vecchio di secoli, ispirato da  chi è interessato a nascondere il vero volto della Chiesa.

Per l’arcivescovo di Genova la gran parte della stampa italiana, ma spesso anche quella straniera (ed ha portato molti esempi concreti), è mossa dal proposito di fare apparire la Chiesa come un’ istituzione lontana dalla gente, pronta a dire sempre no, mentre essa è animata dall’etica del sì e dell’amore che non può mai essere tradito per effimeri successi nell’opinione pubblica.

“Si vorrebbe”, ha ancora detto il cardinale Bagnasco, “una Chiesa o supinamente allineata sull’opinione che si autoproclama prevalente e progressista, o semplicemente muta”, “ La Chiesa – ha concluso – non vuole imporre a nessuno la propria morale religiosa, ma privilegia sempre il metodo del confronto sereno e costruttivo e la ricerca del bene comune”.

Da notare la coincidenza del discorso tenuto dal presidente della Cei a Parigi con la manifestazione per la libertà di stampa in Italia promossa dalla Federazione della stampa italiana contro il pericolo di pressioni economiche e culturali del potere politico selle varie testate giornalistiche. Sacrosanta la manifestazione di piazza del popolo, ma non meno sacrosanta la denuncia di Angelo Bagnasco sul comportamento schizofrenico di tanti giornali che mentre chiedono libertà di pensiero e di espressione falsificano, con troppa frequenza, quanto la Chiesa nell’esercizio della sua missione insegna seguendo le indicazioni del vangelo.

Basterebbe riportare con esattezza il pensiero del papa e dei vescovi e i commenti farli a parte, come i buoni giornalisti sanno fare. Se il sistema dell’informazione in Italia non si da una profonda regolata rischia di togliersi la libertà da solo senza che nessuno dall’esterno manovri contro perché la gente non avrà più nessuna fiducia in quello che trovano nei giornali e finirà con il non cercarli più. Con grande soddisfazione di chi dei giornali vorrebbe farne sempre a meno e li considera soltanto un intralcio alla propria attività imprenditoriale e di governo.

 

Vincenzo Noto

 

 

 

progetto: SoMigrafica 2009