Vincenzo Noto

 

 

LA NUOVA LAICITA’

 

Avvenire del 3 luglio scorso ha dibattuto in maniera interessante il tema della laicità oggi.

 Il 1989 segna con il crollo del muro uno spartiacque decisivo tra il prima e il post ideologico.

 A seguito del venir meno del cemento ideologico si è in pratica interrotto il processo di secolarizzazione che percepiva il concetto di laicità come anticlericalismo perchè vedeva nella religione in genere il nemico da combattere per l’affermazione dei diritti individuali, e quindi veniva fuori un’idea di stato fondata sull’estraneità della religione ai processi di socializzazione.

I postulati erano: laicità = secolarizzazione; modernità = fine delle religioni come fattori di progresso comunitario, e loro riduzione a spritualità privata, senza alcun impatto nella vita sociale.

Certo laicità e secolarizzazione non vanno confuse, ma fanno parte della stessa categoria di pensiero essendo entrambe riconducibili all’idea di separazione della religione dal sociale.

Nel 1989 appunto, con la caduta del muro e l’inizio dell’era della globalizzazione, riemerge il ruolo pubblico delle religioni, non nel senso del fondamentalismo, prerogativa solo di qualche civiltà al tramonto; ma come funzione di mediazione tra etnie e credenze diverse costrette a convivere in un unico stato e in una società  che diviene sempre più multietnica e multiculturale per effetto dell’economia globale. Il multiculturalismo non sminuisce affatto il ruolo delle religioni, anzi lo rafforza perchè può costituire il nuovo collante (in sostituzione di quello ideologico) per garantire una convivenza civile e pacifica a persone appartenenti a  popoli diversi  ma che operano nello stesso contesto sociale. E’ chiaro che queste persone debbono rispettare regole formali di convivenza, ma purtroppo molto spesso il formalismo non è adeguato a fare rispettare veramente l’altro se non vengono  percepite e fatte prorie norme etiche  condivise da tutti.

 Pippo La Barba

 

 

 

 

 

 

progetto: SoMigrafica 2009