Vincenzo Noto

 

 

Bilanci degli enti locali e uso del denaro pubblico

Passione costruttiva e denuncia degli sprechi

 

Nelle prossime settimane tutti gli enti locali territoriali (comuni e province) sono chiamati ad elaborare l’importante atto pubblico che è il bilancio annuale. Il bilancio degli enti locali è un documento contabile di previsione, indicante le entrate e le uscite dell'amministrazione locale.  In esso si rispecchiano le scelte della finanza pubblica relative ai bisogni della collettività, alle priorità dei diversi settori (dalle spese per il personale alle opere ritenute più urgenti), la pressione fiscale a carico dei contribuenti e così via. Dopo che si approverà il bilancio,  le giunte approveranno il piano esecutivo di gestione (P.E.G.) che determina gli obiettivi concreti di gestione per i diversi responsabili-dirigenti dei servizi e le dotazioni economiche necessarie.

Cosa ne sappiamo di questi “strumenti” di impiego del denaro pubblico? Possiamo anche noi, oltre a coloro che ci dovrebbero (?) rappresentare nelle assemblee pubbliche, collaborare per un uso più responsabile e per la crescita sociale di tutti?  Pensiamo di poterci estraniare dal partecipare alla vita reale delle nostre città e continuare solamente a lamentarci? Noi crediamo che non possiamo più rimanere a guardare. In diverse parti d’Italia qualche amministratore saggio e aperto concretamente alla partecipazione democratica,  sta promuovendo il cosiddetto “bilancio partecipato”. Si tratta di un processo di democrazia diretta, attraverso il quale i cittadini partecipano alle decisioni che riguardano l’utilizzo e la destinazione delle risorse economiche del comune nelle aree e nei settori nei quali il Comune ha competenza diretta. È un’iniziativa quindi della pubblica amministrazione per coinvolgere e motivare i cittadini a partecipare alla vita pubblica su un progetto di città più ricca di legami sociali e culturali. Mediante assemblee, incontri aperti e consultazioni, la popolazione decide dove e come investire una parte dei soldi del comune, che viene destinata appositamente per questa finalità. In questo modo è possibile dare concretezza e visibilità alle proposte e alle indicazioni della cittadinanza, dando risposte efficaci che incidono sui bisogni reali della società. Il rischio infatti  è che si utilizzino spesso tanti soldi per opere inutili e si privilegi qualche ente privato per tenersi stretto un “sicuro serbatoio elettorale”.  Di fronte a certi “scempi” economici dobbiamo reagire con fermezza (oggi più di ieri la mancanza di lavoro e di sostegni adeguati alle famiglie stanno provocando tanto malessere e scoraggiamento) e metterci a fare delle proposte concrete per migliorare l’esistenza delle persone che abitano i nostri paesi. I veri “tesori” delle nostre comunità - che i politici definiscono “nostri concittadini” - sono coloro che cercano serenità, pulizia, dignità e condivisione. “Condividere” vuole diventare uno “spazio” positivo e critico per la crescita socio-culturale dei nostri centri di appartenenza civile. Siamo disposti fin d’ora ad accogliere  le vostre proposte sui diversi ambiti della convivenza:  viabilità, spazi verdi, arredo urbano, isole pedonali, difesa dell’ambiente, arte e turismo, progetti dei giovani,  sport, servizi sociali, volontariato gratuito e  solidarietà, opere pubbliche necessarie,  autentico sviluppo economico.  Chi ha ancora passione civica e cristiana si faccia sentire.

 

Francesco Fiorino

 

 

progetto: SoMigrafica 2009