Vincenzo Noto |
Conferenza Episcopale Italiana CONSIGLIO PERMANENTE Roma, 22-25 marzo 2010 COMUNICATO FINALE
Il Consiglio Episcopale Permanente della Conferenza Episcopale Italiana, presieduto dal Card. Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova, si è riunito a Roma per la sessione primaverile dal 22 al 25 marzo 2010. I Vescovi hanno apprezzato l’ispirazione teologica offerta dal Presidente per interpretare il momento presente, con il pressante invito a una riconciliazione fondata sulla conversione di ciascuno. Condividendo la sensibilità manifestata dal Santo Padre nella “Lettera Pastorale ai Cattolici d’Irlanda”, si è ribadito che la pedofilia è “un crimine odioso, ma anche peccato scandalosamente grave che tradisce il patto di fiducia inscritto nel rapporto educativo” (prolusione, n. 2). Il peccato di alcuni non cancella però l’abnegazione di cui danno prova tantissimi sacerdoti: di essa fanno esperienza quotidiana le nostre comunità, stimolate a un rinnovato impegno nel campo dell’educazione. Gli Orientamenti pastorali per il decennio 2010-2020, la cui bozza è stata puntualmente esaminata, avranno il compito di declinare nel concreto questa grande sfida che la Chiesa italiana intende raccogliere in alleanza con le componenti più avvertite della società. Anche l’approvazione della Lettera a quarant’anni dalla pubblicazione del Documento di base ‘Il rinnovamento della catechesi’ risponde alla medesima preoccupazione e vuole promuovere una nuova stagione di evangelizzazione, soprattutto dei ragazzi e dei giovani. L’analisi della situazione del nostro Paese ha orientato la riflessione circa il primato di quei ‘valori non negoziabili’, che Benedetto XVI ha chiaramente indicato nell’Enciclica “Caritas in veritate” e che il Presidente ha nuovamente esemplificato. L’ormai prossima Settimana Sociale dei cattolici italiani (Reggio Calabria, 14-17 ottobre 2010) sarà da questo punto di vista un momento prezioso per declinare in un’agenda operativa i valori che rendono possibile e feconda la convivenza umana. Un’attenta riflessione è stata dedicata alla crescente presenza in Italia di sacerdoti stranieri impegnati nel servizio pastorale e si è provveduto a un bilancio sulla fase di avvio del fondo di garanzia “Prestito della speranza”, promosso lo scorso anno dai Vescovi italiani. È stato poi autorizzato l’invio ai membri della CEI della seconda parte dei materiali destinati alla terza edizione italiana del Messale Romano. Fra gli adempimenti amministrativi, si è presa visione della proposta di ripartizione dei fondi dell’otto per mille che perverranno nel 2010 e si è stabilita la misura del contributo annuale per il funzionamento dei Tribunali ecclesiastici regionali. Con l’approvazione delle relazioni finali, si è conclusa l’attività delle Commissioni Episcopali per il quinquennio 2005-2010.
1. La trasparenza è un punto d’onore della nostra azione pastorale Lo “sgomento”, il “senso di tradimento” e il “rimorso” per ciò che è stato compiuto da alcuni ministri della Chiesa spiegano l’atteggiamento fermo e illuminato di Benedetto XVI che, senza lasciare margini di incertezza né indulgere a minimizzazioni, invita la comunità ecclesiale ad accertare la verità dei fatti, assumendo nel caso i provvedimenti necessari. A lui va la piena ed affettuosa solidarietà dell’Episcopato italiano, che si stringe intorno a Pietro, grato per la cristallina testimonianza di fede e l’appassionato magistero. I Vescovi del Consiglio Permanente hanno anzitutto riaffermato la vicinanza alle vittime di abusi e alle loro famiglie, parte vulnerata e offesa della Chiesa stessa. Concordano sul fatto che il rigore e la trasparenza nell’applicazione delle norme processuali e penali canoniche sono la strada maestra nella ricerca della verità e non si oppongono, ma anzi convergono, con una leale collaborazione con le autorità dello Stato, a cui compete accertare la consistenza dei fatti denunciati. Ancora una volta, è stata confermata l’esigenza di un’accurata selezione dei candidati al sacerdozio, vagliandone la maturità umana e affettiva oltre che spirituale e pastorale. Si è pure sottolineato il valore del celibato, che non costituisce affatto un impedimento o una menomazione della sessualità, ma rappresenta, specialmente ai nostri giorni, una forma alternativa e umanamente arricchente di vivere la propria umanità in una radicale donazione a Cristo e alla Chiesa. Infine, si sono confermate piena fiducia e sincera gratitudine ai tanti sacerdoti che, al pari dei religiosi e delle religiose, si dedicano nel nascondimento e con spirito di abnegazione all’annuncio del Vangelo e all’opera educativa, costituendo spesso l’unico punto di riferimento in contesti sociali frammentati e sfilacciati.
2. Una nuova stagione educativa e di iniziazione cristiana Il Consiglio Permanente ha esaminato la bozza rivista degli Orientamenti pastorali per il decennio 2010-2020, dedicati al tema dell’educazione, ritenendola matura per l’invio a tutti i membri della Conferenza Episcopale, in vista della discussione e dell’approvazione nel contesto della prossima Assemblea Generale, che si terrà a Roma dal 24 al 28 maggio. È stata autorizzata la pubblicazione della lettera della Commissione Episcopale per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi, intitolata Annuncio e catechesi per la vita cristiana. Suscitata dalla ricorrenza del quarantesimo anniversario della pubblicazione del Documento di base Il rinnovamento della catechesi, essa riconferma la validità dell’opzione posta allora alla base del percorso catechetico della Chiesa in Italia, cioè la scelta antropologica per cui “chiunque voglia fare all’uomo d’oggi un discorso efficace su Dio, deve muovere dai problemi umani e tenerli sempre presenti nell’esporre il messaggio” (n. 77). Nel contempo, sottolinea la necessità di una costante attenzione ai contenuti della dottrina cattolica, per non ridurre l’iniziazione cristiana a una generica esperienza di animazione. La convinzione che soggetto della catechesi sia la comunità ecclesiale nel suo insieme, sia pure articolata nei diversi ministeri, rappresenta una feconda acquisizione che deve essere ancor più assimilata. Per questo si auspica che il prossimo decennio, dedicato all’educazione, sia anche l’occasione per riproporre una riflessione adeguata sull’iniziazione cristiana e per mettere a tema una più concreta dinamica di collaborazione fra associazioni, movimenti e gruppi ecclesiali in rapporto alla vita delle parrocchie e delle diocesi. È stato, infine, autorizzato l’invio ai membri della CEI della seconda parte dei materiali preparati per la terza edizione italiana del Messale Romano.
3. I “valori non negoziabili” e la Settimana Sociale dei cattolici italiani Nel prendere visione della bozza del Documento preparatorio dell’ormai imminente Settimana Sociale di Reggio Calabria (14-17 ottobre 2010), la cui pubblicazione avverrà nei prossimi mesi sotto la responsabilità dell’apposito Comitato, si è dato rilievo all’impostazione e ai contenuti dell’Enciclica Caritas in veritate, punto di riferimento imprescindibile nel discernimento delle questioni che costituiranno l’agenda dell’evento. Si è in particolare ribadito che ogni questione sociale è sempre anche questione antropologica. A questo proposito, sono chiare ed esplicite le parole di Benedetto XVI: “Non può avere solide basi una società, che – mentre afferma valori quali la dignità della persona, la giustizia e la pace – si contraddice radicalmente accettando e tollerando le più diverse forme di disistima e violazione della vita umana, soprattutto se debole ed emarginata” (Caritas in veritate, n. 15). In tale contesto, si comprende appieno come i “valori non negoziabili”, richiamati nel dettaglio dal Presidente nella prolusione, rappresentino la ragione e la missione dell’impegno dei cattolici nell’azione politica e sociale. Essi sono: “la dignità della persona umana, incomprimibile rispetto a qualsiasi condizionamento; l’indisponibilità della vita, dal concepimento fino alla morte naturale; la libertà religiosa e la libertà educativa e scolastica; la famiglia fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna. È solo su questo fondamento – continua la prolusione – che si impiantano e vengono garantiti altri indispensabili valori come il diritto al lavoro e alla casa; la libertà di impresa finalizzata al bene comune; l’accoglienza verso gli immigrati, rispettosa delle leggi e volta a favorire l’integrazione; il rispetto del creato; la libertà dalla malavita, in particolare quella organizzata. Si tratta di un complesso indivisibile di beni, dislocati sulla frontiera della vita e della solidarietà, che costituisce l’orizzonte stabile del giudizio e dell’impegno nella società. Quale solidarietà sociale, infatti, se si rifiuta o sopprime la vita, specialmente la più debole?” (n. 8).
4. Ulteriori questioni ed adempimenti giuridico-amministrativi […] 5. Nomine […]
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