Vincenzo Noto |
Considerazioni su clandestini e legge sugli immigrati
Preoccupano molto i provvedimenti messi in atto dal Governo Italiano per contrastare la clandestinità in Italia. Sembra che la soluzione migliore sia quella di intercettare i barconi di disperati fuggiti dalla Libia, prima che varchino i confini delle acque territoriali e rispedirli al mittente. Il Governo sostiene che tale procedura è perfettamente in regola con tutte le normative vigenti e i trattati internazionali, in quanto l’espulsione riguarda solo i clandestini e sono invece garantiti i diritti per chi fa richiesta di asilo politico. Vorrei fare delle considerazioni, partendo da alcuni dati ufficiali (fonte Caritas/Migrantes – Dossier Statistico immigrazione 2008):
Semplicemente analizzando questi dati, mi sembra che l’enorme campagna mediatica messa in atto dal Governo, con proclami del tipo: “Stop alla clandestinità”, riguardi esclusivamente il 15% sul totale, mentre il restante 85%, libero di circolare indisturbato nel territorio, sembra non destare particolare preoccupazione. Il Ministero afferma di non violare alcuna legge, in quanto, in virtù dell’accordo con la Libia, i clandestini vengono respinti solo se bloccati in acque internazionali; nel caso in cui riescono a varcare tale limite sono condotti in Italia per essere soccorsi e identificati. Un po’ come per i pesci, che diventano competenza dei pescatori dell’una o dell’altra nazione in base alla posizione geografica e in quali acque territoriali si trovano. Viene naturale chiedersi, a questo punto, chi controlla in quale parte di mare vengono bloccati i barconi? Il Governo sostiene che sono garantiti i diritti dei richiedenti asilo. Forse però ha dimenticato, o fa finta di non sapere, che l’80% degli arrivi via mare sono potenziali richiedenti asilo. Dalle notizie dell’ultima ora non mi risulta che, dopo essere stati bloccati, prima del respingimento, vengano individuati i richiedenti asilo. O anche i diritti umani si acquisiscono in acque territoriali, mentre, essendo le acque internazionali zona franca, di nessuno, anche gli esseri umani sono considerati esseri “Franchi, di nessuno”, per cui devono ancora acquisire i diritti corrispondenti agli esseri umani, di conseguenza possono essere rispediti nei lager libici senza infrangere nessuna legge e senza nessun scrupolo di coscienza? Fino ad oggi i disperati che, in fuga dalla guerra, dalla persecuzione, dalle torture, dopo essere riusciti a sfuggire all’inferno dei propri Paesi, dopo aver affrontato il deserto libico, lasciandosi dietro centinaia di morti per stenti o per le violenze subite dai carcerieri, dopo aver scontato anche diversi anni di carcere nei lager libici in condizioni disumane, dopo essere stati costretti alla schiavitù e alle violenze indiscriminate per potersi conquistare un posto in un barcone fatiscente, che offre il 40% di possibilità di arrivare vivi in Europa, dopo aver affrontato il Mediterraneo buttando a mare i propri compagni di viaggio che muoiono nella traversata per disidratazione, dopo tutto questo, avvistati dalla Guardia Costiera, venivano soccorsi, trasportati nei centri di primo soccorso per essere assistiti e identificati, i richiedenti asilo venivano avviati alla procedura di riconoscimento, mentre chi non aveva i requisiti per la richiesta di asilo veniva espulso, con un sistema che, evidentemente, garantiva i diritti primari degli esseri umani. Oggi si è ritenuto che questo sistema, forse proprio perché funzionante e di garanzia nei confronti delle persone, doveva essere modificato, complicato, alterato.
Vorrei concludere citando Brecht e Turoldo. “Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perché mi stavano antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perché non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me e non era rimasto nessuno a protestare.” “Ho paura del nazismo dietro le porte. Ho paura di questi nazionalismi, di questi rigurgiti di politiche negative. Ho sempre combattuto contro tutto questo. L’ho scontato con guerre che sembravano non terminare mai. Ho paura della volgarità di questa classe dirigente”.
Salvatore Brullo Responsabile per la fondazione San Giovanni Battista – Caritas Ragusa Del progetto Farsi Prossimo
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progetto: SoMigrafica 2009