Vincenzo Noto

 

 

IL RISPETTO CHE DOBBIAMO ALLE DONNE

 

La straordinaria partecipazione delle donne alle manifestazioni in duecentocinquanta piazze italiane è certamente un segnale significativo sul ruolo che possono svolgere le donne che spesso con angoscia affrontano nella quotidianità problemi molto difficoltosi.

Grazie al loro impegno di mamme, di mogli e volontarie in molti raggruppamenti è stato possibile dare risposte concrete ai tanti problemi presenti nella nostra realtà sociale. Il rischio più grosso è quello, però, di dare alla partecipazione di ieri un significato soltanto politico, come impegno non tanto contro un governo quanto contro un presidente del Consiglio che con le donne si dice che ci sa fare.

Nel partecipare alle manifestazioni in tante piazze italiane c’è, a mio giudizio, molto di più. C’è soprattutto la volontà di ottenere il massimo rispetto innanzitutto a casa propria da dove bisognerebbe cominciare a leggere la complessa realtà del mondo femminile. C’è un messaggio inviato al mondo dei maschi e delle istituzioni perché prendano in seria considerazione la loro presenza troppo spesso travolta dalla fatica e dalla stanchezza.

Bisogna liberarsi subito di letture ideologiche e pensare che nelle piazze c’erano solo donne di sinistra o comunque organizzate da associazioni e realtà che fanno riferimento alla sinistra italiana. Credo che in piazza ieri sono scese anche donne che rifiutano ogni etichetta politica e associativa, che chiedono anche di essere rispettate evitando nei loro confronti ogni strumentalizzazione per il solo fatto che sono scese in piazza. Non sono state poche le donne che hanno preferito domenica fare un’altra cosa per non  essere identificate con realtà associative femminili nelle quali non si riconoscono né per le finalità né per il linguaggio usato. E’ a tutto questo mondo che bisogna guardare con più attenzione perché sarebbe grave protestare contro ogni strumentalizzazione della donna da parte del mondo maschile e poi strumentalizzare quelle che scendono in piazza per finalità che nulla hanno a che vedere con i problemi che ogni donna deve affrontare all’interno delle mura domestiche e nei posti di lavoro.

Occorre cominciare ad usare il linguaggio concreto delle cose e impegnarsi per dare una casa a tutte, lavoro alle donne disoccupate, strutture assistenziali  alle separate e divorziate, asili nido e orari flessibili nel lavoro. E, soprattutto, occorre che la cultura maschilista smetta di vedere molto spesso, tranne che nelle proprie mamme, uno strumento di piacere a propria disposizione da comprare anche per le strade delle nostre città.

 

Vincenzo Noto

 

 

 

 

progetto: SoMigrafica 2009