FOLLIE DI
MERCATO A MADRID, COME MANDARE IL CALCIO NEL PALLONE
Dal colpo Zidane al duo Kakà-Ronaldo. A distanza di otto anni, il
terremoto Fiorentino Perez torna ad abbattersi sul mercato europeo. Nel
2001 il presidente del Real Madrid pagò gli allora 150 miliardi di
vecchie lire per strappare Zizou alla Juventus, oggi, tornato a capo
della 'Casa Blanca',
non ha esitato a sborsare, nel giro di una settimana, oltre 150 milioni
di euro per portare al Bernabeu gli ultimi due Palloni d'Oro.
Investimenti da capogiro quelli di Perez, che però sembra non volersi
fermare qui: dopo i 65 milioni pagati per il cartellino di Kakà (più un
contratto di sei anni da nove milioni a stagione) e gli addirittura 93
per quello di Ronaldo, il presidente del Real è pronto a nuove
follie per vestire di blanco anche i nazionali spagnoli Villa, Xabi
Alonso e Albiol. A disposizione del nuovo allenatore Pellegrini, cileno
reduce dall'esperienza al Villarreal, un Dream Team, una vera e propria
fuoriserie per riportare il club madrileno agli antichi fasti ma, tifosi
del Real a parte, in molti si in terrogano sulle manovre di Perez. Le
prime critiche sono arrivate dagli eterni rivali
del Barcellona, dal presidente Laporta ("così si droga il mercato") agli
altri dirigenti, tra chi punta il dito sulle somme astronomiche sborsate
dal numero uno merengue e chi invece insinua il dubbio sulla provenienza
di questi soldi. La fiscalità diversa che c'è in Spagna e il grosso giro
d'affari su cui può contare il Real nel settore marketing possono
giustificare in parte questa strategia ma resta il
fatto che si tratti di spese che sono fuori dal normale in tempo di
pace, figurarsi ora. E' proprio il momento di crisi
economico-finanziaria che tutto il mondo sta attraversando che rende le
manovre di Perez così incredibili perché il calcio-business non ne è
assolutamente immune e lo stesso
presidente della Uefa, Michel Platini, non è riuscito a nascondere le
proprie perplessità sulle scelte madrilene, ribadendo il suo appello al
'fair-play' finanziario. Forse i conti del Real godono di buona salute a
differenza di quelli italiani (vedi il Milan che ha accusato perdite
record) o inglesi (top club come Manchester United, Chelsea e Liverpool
sono in rosso per centinaia di milioni di euro) ma
150 milioni per due soli giocatori restano una cifra spropositata anche
perché, come ha sottolineato il vicepresidente della Figc ed ex
centrocampista Demetrio Albertini, assicurarsi il giocatore più forte in
assoluto non è garanzia di successo perché in campo si va in 11 e il
mercato non è l'unica componente per costruire una squadra.
L'obiettivo dell'imprenditore edile
Perez è costruire, a suon di quattrini, un palazzo da mille e una notte
ma dovesse rivelarsi l'ennesimo castello di carta saranno dolori, per
lui, per i tifosi e per il calcio.
Giorgio La Bruzzo
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