FRUGARE NEL PRIVATO?
UN GIOCO IMMORALE
Frugare nel privato non è certo
un'operazione onorevole. Ma quando frugare nel privato consente di
raggiungere obiettivi di sicurezza pubblica non altrimenti
raggiungibili, allora, qualche eccezione bisogna pur farla. Naturalmente
non mi riferisco agli scatti indecenti rubati oltre le mura dorate
della villa di Berlusconi. E', infatti, poco rispettoso della privacy,
quella privacy garantita a parole da decine di disposizioni, mettere in
pubblico immagini non autorizzate che ritraggono il privato. Mi
riferisco invece alle cosiddette intercettazioni telefoniche o
ambientali a carico di taluni personaggi pubblici dai quali la gente
giustamente pretende comportamenti morali. Scorrendo le
pagine dei giornali che ne riportano testi emblematici, ci si deve
infatti chiedere in che modo le autorità preposte all'ordine pubblico
avrebbero potuto venire a conoscenza di vicende criminali agli stessi
addebitabili senza che avessero avuto la possibilità di utilizzare tali
strumenti.
Naturalmente, in questa materia, si pongono dei delicati problemi che
attengono ai limiti di questa attività di indagine e, soprattutto,
all'abuso che spesso se ne è fatta.
Non ci possiamo infatti associare a
certa demagogia che ha fatto le fortune di qualche uomo politico( sic!)
o di qualche giornalista. Credendo nel valore della persona umana e,
quindi, rispettandone la dignità, cadremmo in palese contraddizione, se
ci prestassimo a tali giochi. Ma questo non toglie che reputiamo
necessario che queste attività investigative abbiano il loro corso salvo
a regolamentarle meglio a cominciare dal fatto che si dovrebbero
prevedere
pesanti sanzioni per chi utilizza i loro risultati per finalità che non
corrispondono all'obiettivo
dell'indagine.
Una considerazione, però, va fatta. Proprio scorrendo qualche stralcio
relativo a queste intercettazioni, non possiamo che rimanere sconvolti
dal degrado che ha raggiunto il ceto politico siciliano, un degrado che,
per naturale ricaduta, investe lo stesso far politica snaturandone il
senso e degradandolo da nobile impegno per il bene comune a turpe
mercato per il bene e le fortune personali.
Pasquale Hamel
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