Vincenzo Noto |
ISTAT: 22% FAMIGLIE IN DIFFICOLTÀ, DA SPESA AD AFFITTO
Le condizioni del mercato del lavoro in Italia «peggiorano a causa della crisi in atto». Per la prima volta dal 1995, infatti, la crescita degli occupati nel 2008, che sono aumentati di 183 mila unità rispetto al 2007, è risultata inferiore a quella dei disoccupati, saliti di 186 mila unità sempre rispetto all'anno prima. È quanto evidenzia l'ultimo rapporto annuale dell'Istat sulla situazione del Paese. Lo scorso anno la disoccupazione è tornata a crescere dopo circa dieci anni di diminuzione, coinvolgendo in misura maggiore gli uomini. Il fenomeno ha interessato in particolare il Centro e il Nord-Ovest, anche se il Mezzogiorno si è confermata l'area con la maggiore concentrazione di disoccupati. Nel 2008, inoltre, gli occupati «standard», cioè a tempo pieno e con durata indeterminata, sono risultati circa 18 milioni; i lavoratori «parzialmente standard» (a tempo parziale e con durata non predeterminata) circa 2,6 milioni; gli atipici (dipendenti a termine e collaboratori) quasi 2,8 milioni. Per quanto riguarda gli atipici, evidenzia ancora il rapporto, quasi la metà - nello specifico un milione e 300 mila - sono presenti nel mercato del lavoro da più di dieci anni. L'Italia è uno dei paesi europei con «la maggiore diffusione di situazioni di reddito relativamente basso: una persona su cinque è a rischio di vulnerabilità economica». Lo sottolinea il rapporto annuale dell'Istat, evidenziando che «rischi altrettanto elevati» si osservano in Spagna, Grecia, Romania, Regno Unito e nei paesi baltici. Il rischio di vulnerabilità riguarda, invece, soltanto una persona su dieci nei paesi scandinavi, nei Paesi Bassi, nella Repubblica Ceca e in Slovacchia. Questo si rileva particolarmente nelle regioni meridionali: nel 2007 risultano esposte al rischio meno dell'8% nel Nord-est, poco più del 10% nel Nord-ovest e nel Centro e circa una su tre nel Mezzogiorno. In particolare, la percentuale di popolazione a basso reddito nel Paese si attesta al 18,4%, sulla base di valori del 2006; l'incidenza risulta massima in Sicilia (41,2%), Campania (36,8%) e Calabria (36,4%). All'opposto, i valori meno elevati si registrano in Valle d'Aosta (6,8%) e nelle province autonome di Bolzano (6,6%) e Trento (3,8%). Guardando al reddito disponibile, sempre nel 2006, le regioni del nord registrano un livello procapite superiore o prossimo ai 20 mila euro (20.300 euro al Nord-Ovest e 19.900 al Nord-est); le regioni del Centro mostrano livelli più bassi (18.500), pur mantenendosi al di sopra della media nazionale (16.200), mentre il Mezzogiorno detiene «storicamente» livelli sensibilmente più bassi, pari a 12.700 euro.
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progetto: SoMigrafica 2009