Vincenzo Noto

 

 

Per un Natale diverso


 
È Natale. Un altro Natale. Festa di condivisione e di pace. Una festa in cui i simboli religiosi si uniscono a quelli consumistici e danno vita a suggestioni che coinvolgono e, a volte, travolgono. Ma Natale è anche, e soprattutto, una festa di speranza. La speranza di un cambiamento.

In questo anno in cui la recessione economica colpisce anche il nostro paese,e la Sicilia in particolare, la speranza è vitale. Una coordinata fondamentale per la gestione di una
quotidianità che a volte sfugge di mano. La speranza è il contrario della rassegnazione. Quella rassegnazione troppo diffusa, mista ad apatia, all'incapacità di reazione che si trasforma in assuefazione.

L'appiattimento sul presente, la frammentarietà della vita, il rapportarsi alla società non in termini di trasformazione , ma di adattamento passivo, sono alcuni esiti di un processo che mette in difficoltà ogni serio tentativo di costruire una convivenza umana pacifica e solidale.

In un anno di crisi, in cui tante cose stanno cambiando, in cui le certezze diventano sempre più aleatorie, la speranza può divenire tensione progettuale, capacità di immaginare un futuro possibile e azione concreta per realizzarlo.



La strada da percorrere è un'attenzione etica che riscopre un progetto da perseguire e la voglia di impegnarsi nella sua realizzazione. Non deve spaventarci il nuovo.
L'alternativa è quella di rimanere schiacciati dalla spasmodica tentazione di difendere i nostri personali "orticelli". Il mondo cambia e noi dobbiamo imparare a discernere ciò che è indispensabile continuare a preservare e ciò che dobbiamo superare, come la tentazione di ridurci a replicanti di apparati ipocriti e senza futuro.



La speranza, dunque, in questo Natale può essere condizione storica da perseguire, ma anche condizione interiore, apertura al mondo, all'altro che ci sta accanto. Essa rimane sterile se non è sostenuta da un cuore capace di accogliere gratuitamente, di concretizzarsi nella logica del dono. La difesa del "possesso" ci inaridisce e ci imprigiona in un labirinto di interessi e particolarismi. Il dono ci include in una dimensione sociale che ci arricchisce e ci fa crescere, come singoli e come comunità.



Per chi lo desidera, domenica 13 dicembre, dalle 9 alle 16, ci diamo l'opportunità di interiorizzare questa prospettiva di gratuità e di speranza. In un clima di riflessione e di
silenzio ci chiederemo dove affondano le radici del nostro cuore, per chi e per cosa vale la pena spendersi, come e dove possiamo essere uomini  e donne per gli altri.

 

Vi aspetto,  p. Gianni Notari

 

 

 

progetto: SoMigrafica 2009