Per un Natale diverso
È Natale. Un altro Natale. Festa di condivisione e di pace. Una festa in
cui i simboli religiosi si uniscono a quelli consumistici e danno vita a
suggestioni che coinvolgono e, a volte, travolgono. Ma Natale è anche, e
soprattutto, una festa di speranza. La speranza di un cambiamento.
In questo anno in cui la recessione economica colpisce anche il nostro
paese,e la Sicilia in particolare, la speranza è vitale. Una coordinata
fondamentale per la gestione di una
quotidianità che a volte sfugge di mano. La speranza è il contrario
della rassegnazione. Quella rassegnazione troppo diffusa, mista ad
apatia, all'incapacità di reazione che si trasforma in assuefazione.
L'appiattimento sul presente, la frammentarietà della vita, il
rapportarsi alla società non in termini di trasformazione , ma di
adattamento passivo, sono alcuni esiti di un processo che mette in
difficoltà ogni serio tentativo di costruire una convivenza umana
pacifica e solidale.
In un anno di crisi, in cui tante cose stanno cambiando, in cui le
certezze diventano sempre più aleatorie, la speranza può divenire
tensione progettuale, capacità di immaginare un futuro possibile e
azione concreta per realizzarlo.
La strada da percorrere è un'attenzione etica che riscopre un progetto
da perseguire e la voglia di impegnarsi nella sua realizzazione. Non
deve spaventarci il nuovo.
L'alternativa è quella di rimanere schiacciati dalla spasmodica
tentazione di difendere i nostri personali "orticelli". Il mondo cambia
e noi dobbiamo imparare a discernere ciò che è indispensabile continuare
a preservare e ciò che dobbiamo superare, come la tentazione di ridurci
a replicanti di apparati ipocriti e senza futuro.
La speranza, dunque, in questo Natale può essere condizione storica da
perseguire, ma anche condizione interiore, apertura al mondo, all'altro
che ci sta accanto. Essa rimane sterile se non è sostenuta da un cuore
capace di accogliere gratuitamente, di concretizzarsi nella logica del
dono. La difesa del "possesso" ci inaridisce e ci imprigiona in un
labirinto di interessi e particolarismi. Il dono ci include in una
dimensione sociale che ci arricchisce e ci fa crescere, come singoli e
come comunità.
Per chi lo desidera, domenica 13 dicembre, dalle 9 alle 16, ci diamo
l'opportunità di interiorizzare questa prospettiva di gratuità e di
speranza. In un clima di riflessione e di
silenzio ci chiederemo dove affondano le radici del nostro cuore, per
chi e per cosa vale la pena spendersi, come e dove possiamo essere
uomini e donne per gli altri.
Vi
aspetto, p. Gianni Notari
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