Vincenzo Noto |
IL PESCE PUZZA DALLA TESTA I CATTIVI ESEMPI DI CHI È AL POTERE
I quotidiani attacchi del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, alla magistratura ormai provano soltanto una cosa: non vuole essere giudicato e scredita con tutti i mezzi a sua disposizione ( e sono realmente tanti, anzi troppi!) coloro che nel nostro sistema democratico sono preposti al non facile compito di amministrare la giustizia. Nessuno dice che tutti i giudici siano perfetti e che anche loro non possano commettere errori nella valutazione, quando, addirittura, qualcuno non si presta pure a farsi corrompere ( vedi Metta e i 400 milioni… e Berlusconi ne sa molto in materia!) contribuendo a screditare colleghi di integerrima condotta. Ma considerare i giudici una corporazione che a priori vuole incastrarti per cacciarti via dalla direzione politica del paese dove i risultati non sono brillanti, anzi più che mediocri, è un’offesa nei confronti di quanti svolgono con grande professionalità il loro lavoro. Per quanto mi riguarda sono stato sempre dell’idea che il modo migliore per Berlusconi di provare eventuali complotti nei suoi confronti è quello di andare dai giudici e accettare le regole democratiche del processo, così come fanno i cittadini “normali” che ogni giorno affollano le aule giudiziarie. Lui, ovviamente, si ritiene giusto, e non vuole essere processato perché libero dall’osservare le leggi come forma di potere da aggiungere (o che gli deriva) dall’essere stato democraticamente eletto al ruolo di capo del governo. Ma questo non è consentito a nessuno in nessun paese democratico, tranne che in Russia e in Libia governate da due suoi amici e compagni di avventure. Da qualche settimana si è deciso a frequentare ad libitum le aule giudiziarie seguendo alcuni dei più importanti processi (sempre che i suoi enormi impegni governativi glielo consentano), mentre nelle aule parlamentari si dà da fare per farsi approvare le solite leggi ad personam che impediscano la celebrazione dei processi stessi. E con i compagni di partito che si ritrova, da lui candidati e non eleggibili senza il suo consenso, ottiene sempre i voti che fanno passare leggi che per la storia del nostro paese sono soltanto degli abusi legalizzati da povera gente spaventata di non essere rieletta. Chi ha compiti educativi all’interno del sistema democratico italiano (docenti, genitori, intellettuali…) come può parlare ai giovani di determinati comportamenti quando dal potere e dai suoi uomini arrivano gli esempi dei quali sono piene le cronache?
Vincenzo Noto
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progetto: SoMigrafica 2009