Vincenzo Noto

 

 

Battezzati in Cristo, ci siamo rivestiti di Cristo

Nuova Lettera Pastorale di S.E.Mons. Salvatore Di Cristina

 

L’ha consegnata ai sacerdoti e agli operatori pastorali della diocesi di Monreale nel corso della celebrazione eucaristica nel Duomo in occasione della apertura del nuovo hanno pastorale. Lo ha fatto trepidante, ma anche “con audacia”, nella consapevolezza di toccare un tema che esige una profonda conversione innanzitutto in quanti nella Chiesa preparano ai sacramenti e li conferiscono, sacerdoti e laici che vivono già una certa vita sacramentaria e che dovrebbero essere i più disponibili ad accogliere un messaggio fortemente provocatorio che si propone, nel tempo, un radicale cambiamento nella attuale prassi di amministrazione dei sacramenti.

Gli anni trascorsi in diocesi, le visite pastorali, gli incontri con gruppi di tutte le appartenenze ecclesiali, hanno convinto monsignor Di Cristina che è arrivato il tempo di avviare una nuova prassi pastorale nella vita sacramentaria.

Nelle settanta pagine che compongono il documento (la terza lettera dopo Cristiano diventa ciò che sei  e Nella Chiesa animati dallo Spirito santo) l’arcivescovo di Monreale sa di avere buttato un macigno in uno stagno troppo fermo che rischia di non far vivere la ricchezza dei sacramenti così come Cristo li ha istituiti e la Chiesa li “amministra”. E per questo si accontenta che nella pazienza, ma con un lavoro di insieme  animato da una profonda determinazione, nascano anche parrocchie - pilota pronte a farsi carico di un nuovo stile che non mancherà di produrre malumori in chi era abituato a chiedere i sacramenti come se fossero un diritto a qualsiasi condizione, compresa quella di una fede molto traballante se addirittura inesistente.

La prima parte della lettera è una ricca lezione teologica sulla natura dei sacramenti che esigono una profonda conversione in chi li chiede e uno “stile ecclesiale” in chi li amministra, dal momento che si tratta di azioni di Cristo e della sua Chiesa, opera dello Spirito, che continua nel tempo l’incarnazione di Gesù, e non di riti magici che producono effetti senza la profonda partecipazione di chi li riceve.

Anche se si tratta di temi e di analisi che già negli anni del dopo Concilio, anni settanta, venivano dibattuti, per l’arcivescovo di Monreale è opportuno rivedere la catechesi in preparazione ai sacramenti, la loro celebrazione e il loro strettissimo rapporto con la fede di chi li chiede dopo una profonda conversione interiore e in chi li amministra, la comunità, che non può non celebrarli nella fede. E se si guarda a tante esperienze attorno a noi il cammino da fare insieme, con determinazione e con pazienza è ancora tanto.

 

Vincenzo Noto

  

 

 

 

progetto: SoMigrafica 2009