Vincenzo Noto

 

 

 

Riciclare cristianum est, inquinare diabolicum

 

Il primo settembre è stata celebrata la giornata per la salvaguardia del creato, ma ancora oggi a Napoli e Palermo gli scempi continuano. Se nella prima città i problemi sembrano riguardare camorra e istituzioni a Palermo la situazione è diversa. Qui in alcune zone, è stata avviata la raccolta differenziata dei rifiuti. Puntualmente in tutte le zone coperte dalla raccolta differenziata sono sorte innumerevoli discariche abusive; i sacchetti dell'immondizia sono ovunque e l'amministrazione comunale, che non è di certo virtuosa, fa quello che può. Quando la notte le unità speciali ripuliscono l'indecente spettacolo ecco che l'indomani il cittadino modello, puntuale come uno svizzero,  deposita il suo grazioso sacchetto accanto una campana per la raccolta del vetro o ad un angolo della strada. Se per il cittadino, la cosa si inquadra nell'inciviltà,  e, si badi bene, nel reato penale, per il cristiano di fronte a Dio la cosa è ancor più grave perché agisce in aperto contrasto con la sua altissima vocazione di custode e sacerdote del creato.

La difesa del creato per un cristiano non ha una valenza superficiale, o quasi opzionale come sembrerebbe dall'assenza nella predicazione. In effetti è un tema attuale e di cui ci si è resi conto nel secolo scorso, rilanciato sopratutto con alcune encicliche ed in ultimo con la Caritas in Veritate  48-51. Nelle ultime quattro giornate della pace è stato poi evidenziato il tema “creato e pace” che quest'anno ha toccato il culmine nell'intervento papale “Se vuoi Coltivare la Pace Custodisci il Creato”, dal quale prende il nome l'evento celebrato il primo settembre.

Un discorso sulla creazione c'è sempre stato, e oggi è ancora più approfondito in termini spirituali e cristici; ma questo rimane spesso soltanto un discorso da prendere in mano per l'occasione o a cena con un ambientalista. Altrettanto spesso neanche i pastori e i vari catechisti laici hanno la sensibilità e la formazione adatta per affrontare il tema in termini spirituali e teologici: quando si parla di difesa dell'ambiente (attenzione: non del creato) si usano categorie quali la civiltà, i problemi economici ed etici.

Un discorso cristiano, invece, prende le mosse dall'antropologia insita nella creazione. E' nel progetto divino che l'uomo abbia cura del creato, perché se il creato è per l'uomo, è  sopratutto  l'uomo  ad essere creato in funzione del cosmo: è il suo custode, in nome di Dio. In questo senso si deve leggere il concetto di Immagine e Somiglianza in Genesi: Dio crea l'uomo come sigillo di tutto il cosmo imprimendo come il proprio marchio: la propria immagine e somiglianza. Nel mondo antico la statua dell'imperatore era la presenza stessa dell'imperatore e per questo in Genesi quando Dio si rivela nelle scritture agli antichi ebrei lo fa utilizzando questa categoria: vuole dichiarare che l'uomo ha la responsabilità di curare il creato in sua vece: una bella responsabilità!

Nel peccato originale l'immagine è stata deturpata e non vi è più somiglianza, pertanto tutta la creazione è sconvolta e “geme e soffre le doglie del parto” (Rm 8,22). L'uomo non è più in comunione con Dio e la creazione non risponde più all'uomo, pertanto bisogna ricucire gli strappi avvenuti. Nella prospettiva orientale questa verità di fede è presente ed è definita  Divinizzazione del cosmo, la quale procede dalla Cristificazione dell'uomo. Ovvero più l'uomo viene santificato attraverso la sua apertura alla Grazia che proviene da Cristo nei sacramenti, e più è in grado di riversare questa grazia attorno a se divenendo conformato a Lui che è il vero sacerdote del creato. In questa funzione sacerdotale del cristiano è inclusa come conseguenza anche l'armonia con la natura.

Come non pensare al nostro S. Francesco?

E' indubbio che la situazione spirituale della nostra comunità è grave, e questo lo si può misurare non solo dal grado di rispetto e amore che ci rivolgiamo gli uni gli altri, ma anche osservando la cura e l'armonia delle nostre città con il resto del creato: ovvero nulla: spazzatura per le strade, cani abbandonati, lapidati e bruciati (avvenimenti di quest'estate) sono solo esempi del degrado, non solo morale quanto anche e sopratutto spirituale delle nostre comunità in Sicilia.

Urge una seria conversione di tutti noi, urge un nuovo impegno politico dei cristiani, chiamati ad essere custodi del mondo, a guidare il mondo nella sua via verso la comunione con il Padre celeste che ha cura dei suoi figli e delle sue creature. E' però la politica a dover essere una delle vie dell'assunzione della responsabilità cristiana nei confronti del creato, e non la difesa del creato una delle vie con cui persone prive di scrupoli cerchino la legittimazione politica. E' per questo che i cristiani devono impegnarsi in prima persona e non aspettare di delegare qualcuno, magari uno di quelli che imbrattano e deturpano l'ambiente per poter colpire l'occhio dell'ultimo passante distratto  per la via delle urne.

Solo a partire da questa rinnovata prospettiva del cristiano è possibile un vero mutamento che operi il la “ revisione profonda e lungimirante del modello di sviluppo” che auspica il papa.

 

Riccardo Incandela

 

 

progetto: SoMigrafica 2009