Vincenzo Noto

 

 

SIAMO ALLO SCONTRO ISTITUZIONALE

 

 

L’attacco di Silvio Berlusconi al presidente della Repubblica Giorgio Napoletano e al suo staff segna  certamente un punto di non ritorno nel tentativo del presidente del Consiglio di far morire Sansone con tutti i filistei. Perché un fatto è chiarissimo a Berlusconi: politicamente è finito, non parla più ad ogni pie’ sospinto di sondaggi e l’avanzata della sinistra, almeno nelle intenzioni di voto, non lo fa dormire serenamente.

Come ha sempre fatto cerca di scaricare sugli altri le responsabilità della incapacità sua  e della sua parte politica a governare il Paese e a rispondere al vero bisogno di giustizia che viene da migliaia di disoccupati e di giovani alla ricerca di una prima occupazione.

Il fatto poi che i suoi processi siano arrivati nelle aule giudiziarie gli toglie ancora di più la serenità per governare con lungimiranza ed obiettività una comunità nazionale che di problemi da affrontare ne ha non pochi. Sperare che chi lo circonda trovi finalmente il coraggio di dirgli la verità sulla crisi che attanaglia il paese, sul discredito che lo circonda soprattutto negli ambienti cattolici per i suoi ricevimenti nelle ville di Arcore, è diventato più che inutile perché tutti hanno paura per ovvie ragioni di clientelismo politico di dirgli come stanno le cose.

E come sempre è accaduto nella storia quando un capo politico di intestardisce nel suo ruolo ritenuto indispensabile la vita pubblica corre seri rischi. E il primo è quello sotto gli occhi di tutti: la disamministrazione di una comunità che non ha concreti punti di riferimento accettando la logica del chi si arrangi chi può. Con l’ovvia triste realtà che i forti diventano sempre più forti, i ricchi altrettanto ma i poveri restano tali e aumentano ogni giorno di più.

Per un politico  orgoglioso di essersi fatto da sé, sapere che i poveri sotto il suo governo aumentano ogni giorno di più non deve essere il massimo della esaltazione, sempre che i collaboratori siano in grado di parlargli il linguaggio della realtà. I mezzi di comunicazione non lo aiutano. Le televisioni, a parte qualche modesta eccezione, sono allineate e coperte su una informazione annacquata, molti giornali provinciali sono condizionati dalle elargizioni governative e dalle concessionarie pubblicitarie e, nonostante questo, aumenta il dissenso nel paese, le manifestazioni promosse dagli oppositori al governo aggregano sempre più partecipanti. Va tenuta anche in considerazione  la politica estera. Per uno che aveva puntato tutto su Gheddafi, Putin e Moubarak, isolandosi dal naturale contesto europeo,  le ultime vicende sono particolarmente difficili da digerire e tolgono senza dubbio possibilità di inserimento nelle stanze dove sta il vero potere. Ma questi ed altri elementi che dovrebbero spingere il presidente Berlusconi ad essere più riflessivo rischiano per il suo carattere megalomane e onnipotente di renderlo ancora più scontroso sino a trascinare nelle polemiche Quirinale e Corte Costituzionale, Parlamento e partiti…

 

Vincenzo Noto

 

 

 

 

progetto: SoMigrafica 2009