Vincenzo Noto

 

 

LA SFIDA DEI CATTOLICI

 

Papa Paolo VI, in un momento in cui il mondo politico mostrava manifesti segni  di degrado, con il coraggio che è proprio dei profeti, definì, quasi  provocatoriamente, la politica come la forma più alta di carità indicando in essa lo strumento per il raggiungimento del bene comune.  Da quei giorni, segnati dalla dolorosa - ma anche equivoca perché oscura -  vicenda di tangentopoli, molta acqua è passata sotto i ponti e, alla luce di  quanto avviene, sembra che quella definizione sia, purtroppo, divenuta priva di  senso.  

Troppo lontana è la politica dalla gente, al perseguimento del bene comune si  è troppo spesso sostituito il perseguimento dell'interesse personale, privato e  pubblico si sono sovrapposti in un indistinto che non consente più di  individuare  il lecito dall'illecito. Inoltre, la malattia del protagonismo,  a  cui i messaggi dei mass media ci hanno abituati, travolge i limiti che  normalmente si impongono in una società ordinata e con chiarezza d'identità .  Basta guardarsi intorno per rendersi conto che l'apparire è divenuto il riferimento ultimo del progetto di vita di ciascuno, un apparire patologico che  non tiene conto di nulla e, soprattutto, non tiene conto della dignità della  persona umana. Dunque una società schizofrenica, che genera una politica
schizofrenica,  incapace di distinguere il bene dal male. Tutto questo, e il molto più che potremmo dire, sembra, dicevo, rendere  inattuale e ingenuo, l'affermazione di papa Montini. Ma sarà vero? Proprio oggi, di fronte a quanto avviene, ci pare invece che l'attualità di  quella frase, laddove venga letta come monito, sia assolutamente  indiscutibile. Il riferimento forte del cardinale Angelo Bagnasco nella sua qualità di  presidente della CEI, ci conferma in questa nostra convinzione. Come sappiamo egli sollecita un nuovo impegno dei cattolici  in politica, ciò  che non significa la riproposizione di un modello di partecipazione la  cui esperienza si è conclusa con la fine della Democrazia cristiana, un impegno  destinato ad essere lievito  della azione politica, proprio per disincargliarla  dalla prassi presente e riportarla a quei contenuti valoriali che ne dovrebbero  costituire il corretto portato. E' un richiamo che ha un duplice destinatario, esso si rivolge a coloro che  impegnati in politica affermano di essere cristiani e di agire secondo un  progetto che dovrebbe essere segnato, e purtroppo troppo spesso non lo è, dalla  loro fede, ma si rivolge anche a coloro che, un po' per delusione e diffidenza,  un po' per pigrizia, se ne stanno alla finestra preferendo la strada del  disimpegno salvo poi a manifestare sdegno e indignazione per quanto avviene. É, a nostro avviso, un richiamo necessario, anche perché abbandonare il  campo, come si è per troppo tempo fatto, non potrebbe che agevolare la deriva  che da tempo segna il nostro sistema politico - sociale. Ai cattolici, minoranza nel paese, l'impegno politico pone la sfida che  Giuseppe Lazzati sintetizzava splendidamente nel  suo “La città dell'uomo” e  cioè di ideare e proporre obiettivi e programmi ispirati a valori che, pur ultimamente radicati nell'esperienza e nella tradizione cristiana, si  configurano quali valori umano - universali e, come tali, suscettibili di più  largo consenso?.Una sfida che non può non essere raccolta, oggi ancor di più in cui il dovere  di testimonianza deve trovare una concreta manifestazione nell'impegno sociale. Certo, si può lamentare che gli spazi di testimonianza sono quanto mai  asfittici a causa di un immorale professionismo della politica ormai  consolidato in tutto  il panorama pubblico, ma è proprio del cristiano  l'impegno, quel dovere di partecipazione che don Luigi Sturzo additava anche  come contenuto proprio dell'essere cristiani.  

 

Pasquale Hamel

 

 

progetto: SoMigrafica 2009