Vincenzo Noto |
Mentre loro si prendono a testate...
L'osservatore Romano continua con la sua politica della multiprospettiva e “ri-pubblica” un pezzo di Galli Della Loggia, accontentando anche il Corriere della Sera. Il non credente professore di Storia Contemporanea lamenta il tentativo d'abbattimento di qualsiasi istanza che provi ad innalzare l'uomo, “che cerchi la luce, che miri oltre, e tenga lo sguardo in alto”; il tentativo di abbattere qualsiasi passato in nome del progresso; l'assunzione di un unico paradigma: quello scientifico; lamenta che per il moderno l'unico limite valido è quello che arbitrariamente si pone, o meglio, non si pone. In tutto questo il cristianesimo è l'ultimo baluardo da sconfiggere. Per Galli Della Loggia, ormai, non sono più soltanto le élite culturali le persecutrici della Chiesa – e di ogni pensiero forte – ma anche i borghesi e il popolo sono gli arroganti che hanno fatto dell'illuminismo una “chiacchiera da bar” abbracciando “l'ingenuità modernista” in modo acritico. Per questo motivo si levano i vescovi italiani di Avvenire la cui ideologia è quella di un'Italia “fedele”. Ma l'articolo non si regge e non si capisce bene se nega o appoggia le tesi di Galli: dà ragione sulla superficialità del giudizio anticristiano, ed conferma che anche la popolarità di Gesù scemò nell'ora della Crocifissione. E dunque Galli ha ragione o no? Rondoni, autore del pezzo, conclude con l'elogio del bamboccione: “gli italiani, si sa, sono campioni mondiali di pettegolezzo e di maldicenza. Quindi magari ne parlano male o così così, poi la amano.” Insomma parole come fede-fedeltà finiscono nella pattumiera insieme a responsabilità e kenosi ( dimensione autosacrificante dell'Amore nda), mentre ci accontentiamo di far ripetere le preghierine della sera augurando “buonanotte all'Italia”.
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progetto: SoMigrafica 2009