Vincenzo Noto |
Il Vangelo dell’amore
L’essenza di Dio è amore. Non scrivo sermoni sull’acqua. Le mie parole scaturiscono da una sorgente che zampilla eterno. Non serve inventare nuove scritture. L’agiografo dello spirito mi annuncia la sua voce che non si può scrivere. Non riesco a trasmettere i respiri dello spirito. La sagacia dello spirito è l’innocenza che apre orizzonti d’amare tutti senza remore, senza compromessi, senza condizioni. Il dinamismo evangelico è giunto finalmente nel mio cuore. Mi affondo nel prologo al vangelo paleoslavo:” L’anima senza lettere si rivela morta agli uomini.” Non rischio di donare un amore muto. Voglio liberarmi dall’ignoranza. Voglio conoscere a fondo il vangelo dell’amore. Come annunciare il Verbo senza udire il suo afflato, il suo gridare dentro le nostre anime? Il primo afflato del vangelo dell’amore é:” Ascolta, o Israele”. Come è difficile ascoltare l’altro. Più difficile ascoltare se stessi. Come è difficile mettere in pratica l’amore di Dio. E tu, o Signore, ti accontenti del nostro povero amore. Sei il mendicante dell’amore. Ti accontenti del nostro amore freddo. Ti accontenti del nostro amore senza mente, di un amore senza abbracci. Cerco un amore che non tramonta. Un amore che mi accosti a Dio e a ogni fratello che soffre. Un amore che non offre cose, un amore che mi immerge in Dio. Un amore che mi assorbe nell’infinito suo amore. Un amore che sia mia rupe nel fallimento: mio scudo nella battaglia sul peccato: mio riparo nel crollo delle certezze del mondo; mio liberatore nel carcere dei miei pensieri, dei miei dubbi, delle mie ostinazioni. Un amore che mi salva dal nemico che è solo il peccato. Io non conosco altri nemici. Sono già nei giorni di sventura e mi assalgono le tenebre della morte. Non conosco altra morte che quella dell’odio. Sei il mio sostegno. Senza saperlo mi hai preso in braccio e mi hai portato al largo della mia vergogna. Io a gridare la liberazione e tu solo ad amarmi. Nel dolore mi hai consacrato con l’unguento dell’amore. E io ti voglio ancora provocare. Ti metto alla prova come i farisei e più ancora ti metto alla prova sul senso della croce. Ti metto alla prova ora sul comandamento dell’amore. Come amare chi ti odia? Come amare che ti svergogna? Senza l’amore tu non esisti. La tua vendetta è amare. E distrattamente ti chiedo:” Qual è il primo dei comandamenti?” L’essenziale per il nostro quotidiano? Si, distrattamente, senza ascoltare. Si, perché il primo comandamento è proprio ascoltare. “Ascolta, o Israele.” E io non ti ascoltavo nella prova. Io non ti ascoltavo, cieco a non vederti accanto a me. So che sei l’unico. No, non mi consacro alla banche, nuovo dio pagano. No, non mi consacro al denaro, nuovo dio potere. No, non mi consacro al successo, nuovo dio del tempo. No, non mi consacro alla falsità, nuovo dio massonico. So che sei l’unico, l’inafferrabile, l’irraggiungibile. Il tuo spirito è più ardente di ogni fuoco. E’ più avvolgente di ogni fiamma. E finalmente scoppio d’amore. Ti amo. Ti amo con tutto il mio cuore che lacerato vuole la tua pace. Ti amo con tutto il mio cuore che avvilito, ora in te si rigenera con un’overdose di nuovo sangue divino. Ti amo con tutto il mio cuore, ora che in te ho imparato ad amare tutti e per sempre. Io però non so amarti con tutta la mia mente. La mia mente è povera di idee e di orizzonti divini. La mia mente è una serpentina di dubbi. Come amarti nell’abisso della mia ignoranza su di te? Donami quella luce che mi infiamma di sapienza, della tua sapienza. La mia mente è vacillante. Ora è al buio. Ora è tranquilla. Ora si inabissa di incertezze. Ora vola alto nel cielo. E tu ti accontenti che io ti ami con questa mia povera mente. Io ancora a dubitare di amare e perdonare e tu a calmarmi di saggezza. Io a spezzare la filosofia e ogni dottrina e tu a saziarmi di dolci pensieri e sicure speranze. Io, mente ammalata, invoco il tuo spirito per non cadere nel buio della clessidra del nulla. Ecco anche le forze sono debole e tu vuoi che io ti ami con tutte le mie forze oramai indebolite. Io debole nell’amarti e tu divieni mia forza per amare tuo Padre. Io debole e tu divieni mia mente per conoscere tuo Padre. Io debole e tu divieni mia potenza per inabissarmi nella Trinità. Sono in te, nell’abisso dell’amore divino. Non c’è altro essenziale nella vita dell’uomo che il tuo amore. Non c’è altro essenziale che conoscerti e amarti. Tu dici bene. La verità è amare il Padre che è già dentro di noi: La verità è amare il Figlio che è la nostra salvezza. La verità è amare lo Spirito Santo che è la nostra fiamma d’amore.
P. Paolo Turturro
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progetto: SoMigrafica 2009